Green pass nel settore privato responsabilità 231

Green pass nel settore privato: quali responsabilità per l’impresa ai sensi del D.lgs. 231/01 e quali per il datore di lavoro?

La responsabilità penale del datore di lavoro, persona fisica, si potrebbe affiancare quella “etichettata” come amministrativa (di fatto, penale) dell’ente/azienda, per i reati commessi al suo interno, anche allorché il reo non venga esattamente identificato?

Si, proprio ad evidenziare la natura distinta della responsabilità della persona giuridica.

In base a quali principi?

L’elaborato analizza la normativa emergenziale in rapporto ai dettami del TU Sicurezza e del decreto 231 evidenziando, appunto, quali siano i presupposti che dovrebbero ricorrere  affinché l’impresa possa essere riconosciuta responsabile e la necessità di una compliance integrata.

Focus su: origine, allergeni, eCommerce

Sono passati 10 anni dall’entrata in vigore del Regolamento 1169/2011 e questa norma è ancora oggetto di dibattito: permangono punti controversi e ambiti di approfondimento, mentre alcuni articoli sono diventati oggi di stringente attualità. Nella mattinata di formazione si affrontano le novità già in atto, i limiti rivelati dalla sempre più diffusa applicazione della normativa nell’e-commerce, e gli errori ancora comuni nella comunicazione degli allergeni.


Si approfondiscono alcuni aspetti specifici del Regolamento:

  • Introduzione al Regolamento e informazioni obbligatorie
  • Origine dell’alimento (Regolamento di esecuzione 775/2018)
  • Prodotti a Denominazione di Origine Protetta o a Indicazione Geografica Protetta
  • L’informazione alimentare nel food & grocery e-commerce
  • La corretta comunicazione della presenza di allergeni e sostanze che provocano intolleranze

 


  • Il corso ha l’obiettivo di offrire gli strumenti e le linee guida utili ad aiutare le imprese e i produttori nell’applicazione del Reg. (UE) n. 1169/2011. Attraverso la disamina di case study e relativa giurisprudenza, vengono posti  in luce gli errori da evitare nella comunicazione, sia che si tratti di alimenti pre-confezionati, che sfusi e l’insorgere di possibili responsabilità anche penali.

  • Nei vari interventi viene messa in luce la rilevanza del diagramma di flusso, dall’autocontrollo all’etichettatura, per una corretta informazione.

Il mio intervento:

La comunicazione degli allergeni nonchè delle sostanze atte a provocare intolleranze e la disciplina speculare del senza glutine e senza lattosio
Avv. Cinzia Catrini

Allergeni e sostanze che provocano intolleranze, cosa sono?
Il rapporto tra il Reg. (UE) n. 1169/11 – Reg. (CE) n. 852/04 ed il Reg. (CE) n. 178/02, la gestione del rischio e buone prassi nel piano di autocontrollo;
• Le linee del Ministero della Salute 2018 Allergie alimentari e sicurezza del consumatore
• focus novità: Reg. (UE) n. 382/2021 adeguamento del Reg. (UE) 852/2004 alla revisione della norma del Codex Alimentarius ‘General Principles of Food Hygiene’ (Principi generali in materia di igiene alimentare, (CXC 80-2020) intervenuta lo scorso settembre 2020, con la quale è stato introdotto il principio generale della «cultura della sicurezza alimentare» per aumentare la consapevolezza e migliorare i comportamenti dei dipendenti degli stabilimenti alimentari: focus allergeni
• Allergeni: quali sono? I 14 alimenti che richiedono una particolare attenzione nella comunicazione All. II Reg. (UE) n. 1169/2011;
• Modalità di fornitura di informazioni sugli allergeni (sostanze/alimenti atti a provocare intolleranze) in relazione agli alimenti pre-imballati
focus cd carry over
focus cd May contain
• Modalità di fornitura di informazioni sugli allergeni (sostanze atte a provocare intolleranze) in relazione agli alimenti preincartati alla presenza o meno del consumatore, ovvero ancora venduti sfusi. In questo contesto porteremo l’attenzione anche al “fuori casa” e, quindi, alla ristorazione ed alle attività di somministrazione alimenti ad essa assimilabili
• Modalità di fornitura di informazioni sugli allergeni (sostanze atte a provocare intolleranze) nel Business to Business (B2B) e la c.d. Precautionary Allergen Labelling (PAL)
• Case study: criticità, responsabilità e sanzioni amministrative – penali
• La disciplina speculare delle indicazioni Allergen free
• Il glutine: normativa di riferimento
• Il lattosio: normativa di riferimento
• Case study: criticità, responsabilità e sanzioni amministrative – penali.

Covid-19 e responsabilità penale datore di lavoro

Ci troviamo ad affrontare un’emergenza sanitaria senza precedenti: la Pandemia che colpisce Tutti Noi, in un modo o nell’altro. A causa del diffondersi del COVID-19 sono stati emanati dal Governo una serie di provvedimenti restrittivi volti al contenimento dei contagi nei luoghi di lavoro, dapprima nelle aziende rimaste attive durante il lock down e, di poi, in quelle che hanno ripreso l’ordinaria attività a far data dalla c.d. Fase2. L’elaborato si pone dunque l’obiettivo di evidenziare i rischi penali in cui potrebbe incorrere  datore di lavoro in caso di contagio di un dipendente.

Vengono toccati i seguenti punti:

1) I primi interventi normativi emergenziali e l’equiparazione dell’infezione da Coronavirus ad un infortunio sul lavoro

2) La responsabilità del datore di lavoro: il principio generale di cui all’art 2087 c.c. ed il D.Lgs. n. 81/08

3) I chiarimenti dell’Inail e l’art. 29 bis D.L. n. 23/20 ( L. n. 40/20) : scudo penale?

4) Conclusioni

Misure anticontagio: quali sanzioni?

A causa del diffondersi del COVID-19 sono stati emanati una serie di provvedimenti restrittivi ed i settori interessati dai DPCM e dai DL nonché dalle Ordinanze della Regione Lombardia (questi ultimi, ovviamente, valevoli solo per il territorio regionale interessato e nei limiti in cui prevedano restrizioni maggiori rispetto ai DPCM ed ai DL), sono pertinenti sia la sfera personale che i luoghi di lavoro, aziende ed attività commerciali rimaste attive.

Nel tentativo di supportare l’analisi una mappa ragionata del quadro della normativa emergenziale, aggiornata da ultimo al DPCM dell’1 aprile 2020 ed all’Ordinanza n. 521 della Regione Lombardia del 4 aprile 2020, e districarsi tra i numerosi provvedimenti che si stanno susseguendo in questo periodo e che verranno emanati per far fronte alla riorganizzazione del quotidiano sia personale che lavorativo si è ritenuto potesse essere di ausilio un breve elaborato con l’obiettivo di evidenziare i rischi penali (ma anche amministrativi) correlati alla violazione delle misure di contenimento in vigore.

Il documento si compone di compone di 4 sezioni:

1) le prescrizioni anti-contagio, aggiornate ai provvedimenti di emergenza dello Stato e della Regione Lombardia dei primi di aprile 2020, previste sia per i privati che per le attività commerciali e le aziende al momento in attività;

2) le sanzioni amministrative e penali previste dalla normativa emergenziale e non in caso di violazione delle prescrizioni anti-contagio da parte dei privati;

3) le sanzioni amministrative e penali previste dalla normativa emergenziale e non per le attività commerciali e per i datori di lavoro:

Focus sulle disposizioni di cui al D.lgs.. n. 81/08 ed il D.lgs. n. 231/01.

Corso di formazione Food Law

Corso di formazione organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Milano

Lieta di aver contribuito con un intervento sui limiti dell’attuale assetto normativo a tutela del patrimonio alimentare sia nell’impianto del codice del penale che nell’ambito del D.lgs. n. 231/01.

Partendo dalle criticità attuali in entrambi i settori è stata analizzata anche la riforma approvata dal Consiglio dei Ministri DDL AC 2427 che prevede un intervento modificativo sia nel codice penale che nella L. n. 283/1962 nonchè nel D.Lgs. n. 231/01.

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