
Diritto e sicurezza alimentare
Il cibo ha assunto in quest’epoca una dimensione culturale centrale. Nel contesto in cui viviamo di massificazione globale dei consumi e di lunghe catene di fornitura è sempre più sentita la necessità di conoscere il percorso produttivo di ciò di cui ci nutriamo.
Ciò anche a fronte delle costanti minacce di contraffazione, frode e cibo contaminato nonché della oramai radicata presenza delle agromafie, i “nuovi” colletti bianchi della tavola che in modo strutturato ed organizzato commettono food crimes.
I rapporti dell’Osservatorio agromafie evidenziano che gli illeciti alimentari sono oramai da considerarsi alla stregua di allarmanti fenomeni di criminalità economica.
La sicurezza alimentare costituisce, dunque, la direzione verso la quale è necessario che questo comparto produttivo si muova.
Strettamente correlato ed associato al tema della sicurezza alimentare è quello della tracciabilità infatti, tra gli obiettivi principali della politica di sicurezza alimentare della Commissione europea troviamo la volontà di assicurare la sanità dei prodotti del mercato food: la Food Law Regulation (Reg. (CE) n. 178/2002), fin dai considerando iniziali afferma che: “per garantire la sicurezza degli alimenti occorre considerare tutti gli aspetti della catena di produzione alimentare come un unico processo a partire dalla produzione primaria inclusa (…)” considerando n. 12).
Essere conformi alla normativa sulla tracciabilità rappresenta la risposta alle esigenze manifestate da un mercato sempre più concorrenziale dove la reputazione aziendale assume un valore essenziale, un mercato che richiede un miglioramento dell’efficienza interna ma anche della comunicazione esterna.
Il consumatore “moderno” è mediamente più interessato a conoscere il cibo di cui si nutre: si è imposta l’idea di una scelta consapevole ed adeguata del cibo ma in quest’epoca caratterizzata da un’economia del distanziamento a causa di una supply chain complessa e articolata è sempre più difficile potersi “fidare” della qualità del prodotto.
Se ne inferisce il motivo per il quale oggi la rintracciabilità e tracciabilità del prodotto rappresenti un potente strumento per la costruzione di un rapporto di fiducia tra il produttore/prodotto e il consumatore.
L’Italia, in particolare, è tra i Paesi dove per primi si è compresa l’importanza di tracciare e rintracciare tutte le fasi di un prodotto agroalimentare. I Consorzi di Tutela, i produttori di alimenti DOP e IGP ne sono perfettamente consci: per i Consorzi, infatti, è la conditio sine qua non per dimostrare la conformità dei prodotti ai disciplinari di riferimento. Del pari, il biologico.
La tutela dei marchi e del “made in Italy, nel tessuto industriale internazionale è sempre più sinonimo di garanzia qualitativa e di eccellenza dei prodotti nazionali
La risposta delle aziende
in via esemplificativa, non può che consistere innanzitutto nell’attuazione di sistemi di auto-controllo, protocolli, procedure da attuare per il mantenimento della sicurezza degli alimenti e dei requisiti igienico-sanitari degli ambienti di lavoro per la tutela della salute e la sicurezza del consumatore.
Le norme di sicurezza alimentare devono essere rispettate da tutte le aziende che trattano alimenti, in tutte le fasi di lavorazione: dal produttore al distributore finale in primo luogo attraverso l’adozione e l’effettiva applicazione nel concreto di un manuale di buona prassi igienica e di un manuale HACCP. Importante è altresì adottare un sistema di registrazione che permetta di risalire alle varie fasi di produzione e distribuzione.
Infine unitamente al rispetto della normativa cogente del settore in via volontaria è di indubbia utilità l’adozione di un modello di gestione organizzazione e controllo ai sensi del D.lgs. n. 231/01.
Altrettanto importante è una comunicazione chiara e conforme ai requisiti normativamente richiesti soprattutto in relazione alla indicazione della presenza o meno di allergeni e contaminanti sia per i prodotti confezionati che sfusi o, ad esempio, nei menu nel settore horeca.
Sempre in relazione alla comunicazione un fattore importante per ovviare a possibili contestazioni è il corretto utilizzo dei c.d. claim.
Servizi dello Studio: consulenza e assistenza legale
L’avv. Cinzia Catrini è da sempre impegnata nell’opera di divulgazione della cultura della sicurezza alimentare, con eventi di formazione, informazione multicanale (online, offline, televisiva) sul lavoro in azienda come nei campi. L’impegno si focalizza anche sulle tematiche correlate alla tutela delle persone sensibili, affinchè vi sia corretta gestione e di seguito comunicazione degli allergeni o contaminanti, nonché dei claim volontari sull’assenza del glutine e lattosio.
Costante è altresì l’attenzione e l’approfondimento della proposta di riforma dei reati agro-alimentari cui seguirà, se approvata, la pubblicazione di un manuale “Speciale Riforma” edito da Giuffrè Francis Lefebvre.
A questo tema si affianca quello della lotta alla contraffazione, a tutela del Made in Italy e del patrimonio agro-alimentare.
L’ideale perseguito è quello di aiutare gli operatori del settore a produrre, vendere, cucinare cibo sempre più sicuro, sano, etico e giusto, considerato come le piaghe del caporalato riescano ad arrivare nel piatto.
Inoltre, al fine di garantire alle società operanti nel settore alimentare servizi qualificati nonché una più ampia gamma di servizi, data la multidisciplinarietà della materia nonché il necessario approfondimento tecnico oltre che giuridico lo Studio si avvale, di caso in caso, della collaborazione di professionisti, consulenti tecnici e tecnologi specializzati nelle discipline che possono essere toccate dalle problematiche affrontate e dell’apporto tecnico e scientifico dei più accreditati consulenti in materia, ad esempio al fine di assistere le imprese nella predisposizione di nuovi marchi, denominazioni, ragioni sociali, etichette non confliggenti con DOP, IGP ed altri regimi di qualità esistenti e per progettare marchi collettivi e di certificazione validi ed efficaci e della loro registrazione; ai fini della redazione dei manuali HACCP o della valutazione della shelf life dei prodotti alimentari et similia.
Sicurezza alimentare
- Verifica del rispetto delle norme cogenti in materia di sicurezza alimentare anche in relazione alla fase di progettazione dei locali destinati alla produzione o alla lavorazione degli alimenti.
- Verifica della conformità legale delle procedure di autocontrollo HACCP
- Cura della predisposizione della formazione obbligatoria sull’applicazione del sistema HACCP
- Verifica della conformità legale delle procedure di formazione obbligatoria in relazione alla cultura della sicurezza prescritta a partire dal 2021.
- Due diligence interna all’impresa ai fini di garantire una compliance integrata in caso di adozione di più sistemi di gestione
- Verifica sia del rispetto della normativa cogente in materia di salute e sicurezza sul lavoro e relativi adempimenti, sia dei provvedimenti conseguenti all’avvento della emergenza sanitaria (protocolli che vanno ad integrare sia il sistema HACCP che SGS)
- Revisione, redazione ed aggiornamento dei Modelli di organizzazione gestione e controllo ai sensi del D.lgs. n. 231/01.
- Verifica della conformità dei MOCA alla normativa cogente di settore.
- Assistenza legale avanti alle Autorità competenti e composizione di eventuali vertenze con gli Organismi di Controllo ed in sede amministrativa e penale.
A sanzionarne il mancato rispetto della normativa in materia di igiene e sicurezza alimentare è il Decreto Legislativo 6 novembre 2007, n.193: “Attuazione della direttiva 2004/41/CE relativa ai controlli in materia di sicurezza alimentare e applicazione dei regolamenti comunitari nel medesimo settore” fatte salve le disposizioni penali.
Comunicazione
- La revisione legale delle etichette di alimenti con indicazione delle modifiche necessarie a garantire la loro conformità alle norme comunitarie, italiane e dei Paesi esteri di destinazione
- Il controllo sulle informazioni messe a disposizione per prodotti sfusi o preincartati, con riferimento all’indicazione degli allergeni ed agli altri obblighi di legge
- Il controllo sulle informazioni messe a disposizione nel settore della ristorazione (menu e cartelli)
- La valutazione dei messaggi pubblicitari (su brochure, siti internet e social network) per il rispetto degli obblighi di corretta informazione verso il consumatore
- La verifica sull’ammissibilità delle informazioni riportate in etichetta a titolo volontario, tra cui: naturale, artigianale, senza glutine, senza lattosio
- La revisione dei claims nutrizionali e salutistici
- Etichettatura ambientale
Comunicazione on line
Il supporto per la corretta implementazione sotto il profilo della conformità ai dettati di legge di un servizio di e-commerce, food delivery supportato dalla collaborazione di professionisti di fiducia del settore IT.
Assistenza legale avanti alle Autorità competenti e composizione di eventuali vertenze con gli Organismi di Controllo ed in sede amministrativa ad esempio in caso di contestazioni ai sensi del D.lgs. 231/2017 fatte salve le disposizioni penali in materia.
DOP IGT STG e regimi di qualità
- Registrazione di una DOP, IGP o STG, predisponendo il relativo disciplinare e la documentazione tecnica di supporto e gestendo i rapporti con gli Enti pubblici competenti
- Adeguamento alle norme di produzione, etichettatura e commercializzazione dei prodotti biologici e dei Sistemi di Qualità Nazionali e Regionali
- Assistenza legale avanti alle Autorità competenti e composizione di eventuali vertenze con gli Organismi di Controllo ed in sede amministrativa fatte salve le disposizioni penali in materia
- Tutela dei marchi da eventuali condotte di contraffazione intese in senso ampio.
Made in Italy: la tutela penale e amministrativa
Il made in Italy trova tutela penale nel disposto di diverse fattispecie incriminatrici.
Vi è, anzitutto, il delitto di cui all’art. 4, comma 49 Legge 350/2003 (Legge finanziaria 2004), secondo cui costituisce reato punito ai sensi dell’art. 517 del Codice penale (vendita di prodotti industriali con segni mendaci) l’importazione e l’esportazione a fini di commercializzazione, ovvero la commercializzazione o la commissione di atti diretti in modo non equivoco alla commercializzazione di prodotti recanti false o fallaci indicazioni di provenienza o di origine.
La disposizione chiarisce i caratteri della indicazione “falsa” di provenienza (stampigliatura “made in Italy” su prodotti e merci non originari dall’Italia ai sensi della normativa europea sull’origine), nel mentre la indicazione “fallace” si configura anche qualora sia indicata l’origine e la provenienza estera dei prodotti o delle merci, ma l’uso di segni, figure, o quant’altro è tale da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana, incluso l’uso fallace o fuorviante di marchi aziendali ai sensi della disciplina sulle pratiche commerciali ingannevoli (si pensi al significato evocativo o alla reputazione riguardo all’identità del prodotto).
Il reato può commettersi lungo tutta la filiera (sin dalla presentazione dei prodotti o delle merci in dogana per l’immissione in consumo o in libera pratica e sino alla vendita al dettaglio).
Finché i prodotti o le merci non vengano immessi in libera pratica, è prevista la possibilità di sanare sul piano amministrativo sia la fallace indicazione (attraverso la asportazione, a cura ed a spese del contravventore, dei segni o delle figure o di quant’altro induca a ritenere che si tratti di un prodotto di origine italiana), sia la falsa indicazione sull’origine o sulla provenienza (attraverso l’esatta indicazione dell’origine o l’asportazione della stampigliatura “made in Italy“).
Per completezza, va detto che la norma prevede, al successivo comma 49-bis, un illecito di tipo amministrativo per l’ipotesi dell’uso fallace del marchio, da parte del titolare o del licenziatario, con modalità tali da indurre il consumatore a ritenere che il prodotto o la merce sia di origine italiana ai sensi della normativa europea sull’origine.
Assistenza legale avanti alle Autorità competenti e composizione di eventuali vertenze con gli Organismi di Controllo ed in sede amministrativa e penale.
Diritto penale agroalimentare
Gli illeciti punitivi in materia agroalimentare sono contenuti nel codice penale e nella legislazione complementare.
Primeggiano tra le altre condotte quelle riconducibili alle frodi alimentari , definite come la produzione ed il commercio di alimenti non conformi alle normative vigenti: una forma di inganno ai danni del commercio, delle imprese virtuose, del consumatore e delle Autorità.
In particolare, le frodi possono rappresentare un’alterazione del prodotto dal punto di vista commerciale e/o. sul piano della composizione vera e propria del prodotto.
Si suole distinguere, infatti, tra frode commerciale e sanitaria.
Il primo tipo di frode permette di ottenere dei profitti illeciti e non è generalmente tale da determinare particolari problemi o danni alla salute pubblica, l’obiettivo è quello di riuscire ad incrementare il profitto finale riducendo, se possibile, i costi di produzione. Si tratta, in particolare, dei reati di cui agli artt. 515 c.p. frode nell’esercizio del commercio e 516 c.p. vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine. : Non solo. All’azione di contrasto contro le frodi alimentari contribuisce oltre all’apparato di tutela penale dei marchi registrati incentrato sugli artt. 473 e 474 c.p. e 517 ter c.p (crea collegamento con proprietà intellettuale) ., il microsistema volto alla tutela delle veridicità dei segni distintivi (art. 517 c.p. vendita di prodotti industriali con segni mendaci).
Quanto invece alla “protezione” delle denominazioni ed indicazioni tipiche e protette, la normativa è da anni disciplinata non solo a livello nazionale ma anche europeo: ciò ha comportato l’introduzione di fattispecie penali specifiche a presidio anche dei prodotti a denominazione protetta (si pensi alle indicazioni di prodotti DOP, IGP, STG), si veda l’art. 517 quater, contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
Il diritto penale degli alimenti non può inoltre prescindere dalle norme contenute nel codice penale il cui libro II, titolo VI, dedicato ai delitti contro l’incolumità pubblica, laddove sono previsiti una serie di delitti che tutelano i prodotti alimentari dal punto di vista sanitario:
-
- avvelenamento di acque o di sostanze alimentari (art. 439);
- adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari (art. 440);
- adulterazione o contraffazione di altre cose in danno della pubblica salute (art. 441);
- commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate (art. 442);
- commercio di sostanze alimentari nocive (art. 444).
Infine, ma non per ordine di importanza a tutela dell’igiene, della genuinità e della sicurezza alimentare sono contemplate le fattispecie di cui alla Legge n. 283/1962.
L’assistenza legale
Lo Studio Legale Catrini presta assistenza legale nell’ambito di procedimenti aventi ad oggetto sia casi di contravvenzioni igienico-alimentari previste dalla citata legge n. 283 del 1962 che le più gravi fattispecie delittuose previste dal codice penale. La difesa tecnica in giudizio è prestata anche in favore della persona giuridica ovvero della società che venga chiamata a rispondere ai sensi del D.lgs. n. 231/01 per i reati presupposto al momento contemplati dal Decreto e in continua evoluzione.
L’attività di approfondimento dello Studio e la proposta di riforma dei reati alimentari
L’avv. Cinzia Catrini è da sempre impegnata nell’opera di divulgazione della cultura della sicurezza sia con eventi di formazione che di informazione anche tramite programmi televisivi. E’ costante l’attenzione e l’approfondimento della proposta di riforma dei reati agro-alimentari cui seguirà, se approvata, la pubblicazione di un manuale Speciale Riforma edito da Giuffè Francis Lefebvre.
Altri servizi interdisciplinari: dal food law al food table, al food health
Data la passione che anima l’avv. Cinzia Catrini per il mondo Food oggetto di studio ed approfondimento è stato anche lo studio dell’energia del cibo da cui la sua specializzazione quale operatore olistico a indirizzo nutrizionale ed esperta della cucina salutare e naturale con una particolare predisposizione al voler creare una tavola rotonda che accolga anche il commensale celiaco o allergico o intollerante, ovvero che abbia fatto una scelta etica che lo porta a prediligere alimenti alternativi alla carna o al latte, perché il cibo deve rappresentaare motivo di unione e non distanziamento.
Da qui la volontà di prorporre dei servizi “integrati” che coniugano l’esperienza legale e l’arte della nutrizione, in particolare:
MENU’ E RICETTE
-
- redazione ricette con prodotti privi di glutine, lattosio, o altri allergeni e suggerimenti alfine della integrazione e/o di modifica ed impostazione menù per piccole e grandi realtà del mondo horeca.
- un’attenzione è dedicata anche a chi ha fatto una scelta etica che lo porta a prediligere alimenti alternativi a quelli tradizionali, quali ad es latte o carne e derivati, suggerendo quali possano essere i prodotti più adatti da offrire al consumatore.
ECO-CHEF ED ECONOMIA CIRCOLARE
la cucina anti-spreco. Quali idee? Chiamaci!
SEMINARI AZIENDALI WORKPLACE HEALTH PROMOTION
Seminari aziendali nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa: il management della salute pretende una nuova cultura aziendale nella quale il benessere fisico e mentale è integrato nei valori e nelle strategie aziendali
Nuovi orizzonti nell’ambito della responsabilità sociale di impresa e della cultura della produttività. Investendo in un ambiente lavorativo health-friendly, le aziende possono migliorare la propria immagine nonchè il benessere e la produttività dei dipendenti, riducendo così assenze e costi. Non si tratta solo di adempiere ai dettami della normativa vigente bensì di inquadrare i vantaggi di un approccio gestionale e organizzativo che preveda in azienda un’attenzione ai temi dell’alimentazione, del benessere, dell’invecchiamento della popolazione lavorativa e della prevenzione delle malattie connesse a stili di vita non corretti.