Etichettatura e claim Vegano

Alla ricerca dell’etichetta. Informazione e comunicazione nel settore alimentare
 
Una serata con il mio Laboratorio giuridico di informazione e nutrizione per parlare dell’importanza della carta di identità degli alimenti, le etichette, e degli slogan, dei messaggi sempre più spesso riportati sulle confezioni dei prodotti, con un focus sul claim vegano/veg e vegetariano (perchè viene utilizzato sul vino? o sulla birra, è corretto? si o no e  perchè?). La comunicazione è fondamentale sia per l’operatore del settore alimentare che per il consumatore perchè solo se corretta può fare la differenza sia a livello reputazionale per l’azienda, il produttore, il laboratorio…soprattutto se il prodotto proposto sul mercato ha caratteristiche e qualità specifiche; sia per il consumatore che deve essere messo sempre nella condizione di poter scegliere ma, in particolare, allorchè abbia esigenze specifiche o dettate dalla preferenza per alimenti “senza”…
 
– Claim vegano e vegetariano: lo sapevate che non sono stabilite le condizioni di legge per il loro utilizzo? 
– Esistono delle certificazioni?
– Quali sono gli errori più frequenti nell’utilizzo di slogan (claim) che inneggiano al free from…? quale il ruolo delle disposizioni normative? Esistono?

Schema del D.lgs. di attuazione della Direttiva PIF

Dopo mesi di attesa, è stato approvato, in via preliminare, dal Consiglio dei Ministri lo schema del decreto legislativo di attuazione della Direttiva UE n. 2017/1371, meglio nota come Direttiva PIF (Protezione Interessi Finanziari) che si propone di armonizzare il diritto penale in materia tributaria e fiscale degli Stati membri dell’Unione Europea allo scopo di contrastare e punire le frodi che ledono gli interessi finanziari dell’UE.

L’iter di recepimento della Direttiva PIF nel nostro Paese è stata avviata con la Legge n. 117 del 4 ottobre 2019 (rubricata “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea – Legge di delegazione europea 2018”), pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 245 del 18 ottobre scorso ed entrata in vigore il 2 novembre 2019 che contiene i principi e i criteri direttivi specifici per l’attuazione della direttiva (UE) 2017/137.

Ma è solo con il Consiglio dei Ministri del 23 gennaio scorso che il Decreto legislativo di attuazione della Legge 117/2019 è stato approvato, in esame preliminare, peraltro discostandosi dalle indicazioni presenti all’art. 3, comma 1 lett a) della stessa per le motivazioni addotte nella Relazione illustrativa del Decreto medesimo cui si rimanda.
Dallo schema di attuazione è possibile tracciare le intenzioni del legislatore ai fini della lotta contro la frode che lede gli interessi UE.

In particolare, a partire dalle indicazioni fornite con la Legge delega attuativa 117/2019 il legislatore si è mosso indicando la necessità di modificare alcune fattispecie di reato che ledono gli interessi finanziari dell’UE e di inasprire le pene, in alcuni casi, con un aumento di quella edittale massima fino a quattro anni di reclusione (peculato, indebita percezione di erogazioni e induzione a dare o promettere utilità).

Non solo.

Le modifiche più rilevanti riguardano oltre che il codice penale, il D.lgs. 74/2000 (reati tributari) e il D.lgs. 231/2001 (responsabilità degli enti), il testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale (DPR 43/1973) e la legge in materia di aiuti comunitari al settore agricolo (Legge 23 dicembre 1986, n. 898).

Si tratta, quindi, di uno schema corposo che novella su più fronti la normativa del nostro ordinamento.

L’elaborato analizza le novità che potrebbero essere introdotte se lo schema del decreto legislativo di attuazione della Direttiva UE n. 2017/1371 venisse approvato senza modifiche.

Per punti gli argomenti trattati:

Modifiche al codice penale

Modifiche alla legge sui reati tributari

Modifiche al TU disposizioni doganali

Modifiche in tema di responsabilità degli Enti D.Lgs. 231/01

Modifiche in materia di aiuti comunitari al settore agricolo